Chi Siamo

Carla Passarelli

Sono Carla, nata 27 anni fa a Vallo della Lucania ho trascorso la mia infanzia in Germania, figlia di ristoratori emigrati per bisogno e non per intenzione. Il ritorno tra le meraviglie cilentane fa sorgere in me la voglia di rappresentarle, inizio così a dipingere da bambina, apprendendo le tecniche pittoriche da maestri cilentani.





La brama di disegnare e dipingere ha riempito le mie giornate negli ultimi 15 anni. Sempre più la mia ricerca si è incentrata sull'uomo, sui volti che esprimono un legame con un territorio, sugli anni che hanno logorato le pelli, sul lavoro che ha tramutato i lineamenti. Ho deciso di dedicarmi all'arte incondizionatamente, mi sono laureata così in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, per poi specializzarmi in Mosaico all'Accademia di Ravenna. 

Ho partecipato a numerose estemporanee di pittura e mostre, collettive e personali; alcune mie opere sono state esposte in Gallerie di Roma, Cesena, Pescara e Ravenna..
L'incontro con Simona avviene proprio grazie alla passione comune per il mosaico, che ha favorito conversazioni durate ore sfociate poi nel nostro progetto del "cilentare".






Ciò che mi premerà fare è disegnare dal vivo i nostri anziani mentre ci affideranno le loro preziose storie, vedere i loro occhi accendersi nell'emozione di avere un pubblico affamato di "conti", osservare le loro mani che così tanto hanno dato alla nostra terra.
Porterò con me l'indispensabile, fogli di carta, matite, carboncini e qualche penna. Il segno della matita e della penna è il mezzo ideale per raccontare rughe e imperfezioni, saranno ritratti veloci ma espressivi, che riveleranno la nostra storia così ricca e così calpestata dalle fallimentari manie di grandezza degli ultimi decenni.








Simona Ridolfi

Io sono Simona, per sopravvivere insegno, per vivere viaggio.
Viaggiare per me è un dovere oltre che un piacere ed è un dovere verso me stessa e verso i miei alunni ai quali provo a trasmettere la passione per il mondo e il rispetto per ogni forma di vita sulla terra.
  Viaggiare apre la mente e il cuore, uccide i mostri dell’intolleranza e del razzismo, crea amicizia e condivisione, stimola interessi e passione.

Viaggiando in Asia ho imparato che la felicità è determinata più dallo stato mentale che dagli eventi, dal modo in cui guardiamo le cose e non dalle cose stesse.


L’Africa mi ha insegnato che la natura è ancora nostra madre, una madre severa ma generosa, pronta al rimprovero come alla ricompensa.



In India ho visto tanta povertà ma in due mesi mi sono arricchita come se fossi rimasta fuori un anno perché spesso più si possiede meno valore si riesce a dare alle cose e ai sentimenti.




E poi l’America, quella del nord, con le lunghissime strade californiane da percorrere in Harley Davidson




o l’America Latina, con la sua straordinaria cordigliera, intarsiata da gioielli architettonici dell’antichissima civiltà Inca.



Ma le mie radici sono qui, in questa meravigliosa terra di Cilento dove mio nonno arrivò per volere mussoliniano lasciando la sua amata Romagna per potere bonificare i terreni che circondavano l’Alento.
  Le mie radici sono profonde come profondo è il mio amore per questo fazzoletto di terra in cui tutto lascia pensare al paradiso. Quel che manca è la consapevolezza di chi vi abita di possedere una grande ricchezza

Ed è per rendere tutti maggiormente consapevoli che ho deciso di compiere questo viaggio in compagnia di Carla; è per smettere di sentire quella fastidiosissima frase che dice …”qui non c’è niente”

Non è vero, qui c’è tutto, siamo NOI che manchiamo.

  Questa terra è una miniera d’oro, cominciamo a scavare qui piuttosto che cercare altrove metalli assai meno preziosi. Cominciamo con il considerarci un popolo, non persone isolate ognuno impegnato a innaffiare i fiori del proprio giardino mentre al di la della recinzione tutto brucia e tutto frana.

Smettiamo di piangerci addosso perché le nostre lacrime sono ancor più dannose della pioggia che causa il cedimento delle strade.

  ….Marivaldo è nato lungo le sponde del fiume Tapajos, affluente del grande Rio delle Amazzoni. Un giorno, mentre eravamo seduti sotto un grande albero mi disse:

"Simona, salvare la propria terra vuol dire salvare se stessi ; io combatto ogni giorno per ogni filo d’erba di questa foresta e metto a repentaglio la mia vita.

 L’alternativa è andare via e convivere con il dolore lacerante delle radici squarciate".







2 commenti:

  1. grazie ragazze... ovunque siate buona vita, Sabrina Quaglia, Cilento

    RispondiElimina
  2. Per caso ho aperto il sito perché non mi piace molto navigare in internet e non sono brava a farlo ma sono contenta di sapere ciò che fai, cosa pensi e il tuo impegno a servizio di tutti perciò ti auguro di cuore di conseguire i tuoi sogni e di essere soddisfatta della tua vita Marcella trotta laurino

    RispondiElimina